31 maggio 2009

in London

30 maggio 2009

Chiave di lettura

La classificazione del linguaggio umano originariamente proposta da Jakobson per il solo linguaggio umano può essere proficuamente adattata ai linguaggi degli animali non umani.

Jakobson individua sei funzioni principali per il linguaggio. Ogni funzione è centrata su uno degli elementi necessari di ogni evento linguistico.

Analizzeremo ora in generale le diverse funzioni.

  1. La FUNZIONE ESPRESSIVA, è quella in cui l'aspetto più rilevante del messaggio è costituito dalla manifestazione delle emozioni dell'emittente. E' ad esempio probabile che quando un cercopiteco segnala ai suoi compagni la presenza di un predatore non stia soltanto "descrivendo" in modo astratto e neutrale il mondo esterno, ma al contrario vi partecipi in modo forte e convolgente. Questo significa che ogni uso del linguaggio implica sempre un qualche coinvolgimento emotivo del mittente.
  2. La FUNZIONE FàTICA è in atto quando lo scambio dei segnali serve a mantenere la coesione del gruppo. In questo tipo di interazioni non vengono scambiate delle informazioni relative all'ambiente, ma dei segnali di non aggressività, di disponibilità verso altri membri del gruppo.
  3. La FUNZIONE METALINGUISTICA vengono scambiati segnali relativi ad altri segnali, come nel caso del gioco, in cui i segnali metalinguistici che precedono l'interazione ludica vera e propria avvertono il destinatario che i susseguenti segnali di aggressività non vanno presi sul serio.
  4. La FUNZIONE CONATIVA è quella in cui il linguaggio viene usato per imporre al destinatario un determinato tipo di comportamento; i segnali di aggressività, hanno appunto lo scopo di modificare il comportamento del destinatario senza impegnarsi in un combattimento reale.
  5. La FUNZIONE REFERENZIALE O DENOTATIVA, è quella in cui il linguaggio viene usato relativamente per comunicare a oggetti o eventi del mondo esterno, come quando le api informano le bottinatrici dell'alveare della posizione e della distanza di certi fiori dall'alveare.
  6. La FUNZIONE ESTETICA, infine, è quella in cui vale soprattutto per se stesso e non per quello che comunica referenzialmente: certi canti di corteggiamento di alcuni uccelli , non sembrano avere un preciso valore informativo, ma essere per appunto una sorta di canto, in cui quel che vale - come, del resto , accade anche per i nostri canti - è soprattutto la melodia e non soltanto, il suo contenuto ( in questa funzione conta soprattutto il significante del segnale, non il suo significato.)

La FUNZIONE COGNITIVA, funzione essenziale del linguaggio, che Jakobson non contempla nel suo modello. In effetti la proposta di Jakobson sembra basarsi sul modello ingegneristico della comunicazione, che lascia poco spazio alla dimensione cognitiva, e che modellizza soprattutto la trasmissione di segnali fra macchine, che proprio perchè tali non hanno problemi interpretativi.

Cimatti F. (1998) Mente e linguaggio negli animali - Carrocci

29 maggio 2009

La logica delle formiche

Quando si parla di api ci si stupisce di quel mondo così complesso e cosi generoso per noi uomini, ma quando vediamo una formica , la consideriamo solo un fastidioso insetto che ,entrando in casa nostra , ci irrita . Ma se ci avviciniamo con un po’ di curiosità a questo insetto e lo osserviamo nella sua esistenza ci stupiamo per la sua meravigliosa intelligenza , per l’ingegno che mostra , per come gestisce quel suo perfetto mondo evidente e nascosto . Cerchiamo di conoscerlo . Di tipi di formiche ce ne sono centinaia tutte con qualche caratteristica geniale e bizzarro , ma sempre utile . Una caratteristica che le accomuna è la capacità di vivere insieme con mirabile coesione e funzionalità di lavoro . Esse costituiscono città sopra e sotto il terreno con un invidiabile ingegno , coltivano terreni sotterranei e immagazzinano i raccolti, tengono insetti predatori di sostanze zuccherine e le mungono . Tutto per far vivere al meglio la comunità cominciando dalla regina e dalle piccole larve . Sono pure guerriere terribile mettono in schiavitù le formiche più deboli e riconoscono solo le componenti delle loro comunità , le altre formiche sono considerate nemici e uccise . Ogni formicaio ha un suo odore che aiuta gli individui a riconoscersi anche lontani dalla loro casa e fra altri di diverse specie di formiche.Qualsiasi esponente di cui altro formicaio , anche se di specie uguale , può venire ucciso se entra in colonie non sue . Ha un odore diverso!Questa è una caratteristica ben precisa e serve alle formiche operaie , che escono dal nido per cercare cose di loro utilità, per riconoscersi e magari passarsi parte del bottino cercato. Le formiche si parlano anche fra loro , attraverso i movimenti delle antenne. Con queste , inoltre sentono gli odori. Dalle loro mandibole invece, secernano l’acido formico che e’ un veleno con il quale combattono e uccidono i nemici. Le mandibole sono anche la loro forza, perché con quelle portano per molto superiori al loro, anche 4-5 volte superiore. Se mettiamo a confronto le colonie di formiche con gli alveari di api , ci accorgiamo che hanno un sistema di vita molto simile, e anche nelle tribù delle formiche quella che è più importante è la regina, per il semplice fatto che fa le uova e fa continuare la vita di quella specifica tribù di insetti. Ma, mentre nell’ alveare c’è una sola regina che vive 3 ­5 anni deponendo 1000 uova al giorno, e vuole tutto l’ alveare per sé, nel formicaio ci possono essere più regine che fanno secondo il bisogno del formicaio diverse corti e depongono centinaia di uova in posti ben precisi perché le loro città sotterranee, sono immense; basti pensare che si sono si sono fatti degli esperimenti con del fumo soffiato in una delle aperture di un formicaio e questo fumo è uscito da aperture a 70 metri distante da quel punto. Su ogni formicaio le regine non hanno una vita monotona, anche se coccolate da tutti.Iniziano col volo nuziale con i maschi, insieme ai quali volano in un solo giorno caldo , poi ritornano al formicaio , si strappano le ali e cominciano la deposizione delle uova. I piccoli maschi non torneranno al formicaio , ora non servono più e moriranno lo stesso giorno . Il formicaio non lo possiamo chiamare nido , perché è molto grande , quando lo richiede la vastità delle diverse tribù che lo abitano, ed è corredato di tutto ciò che può servire ad ogni individuo della comunità. È una vera e propria città sotterranea con abitazione , magazzini ,stelle e serre di coltivazione , utili da corridoi a volte completamente tappezzati di mattoncini resistentissimi che le formiche impastano con la loro saliva e terra . La città delle formiche si sviluppano anche su 30-40 piani sotto terra. Nelle varie stanze le operaie raccolgono le uova scodellate dalla regina e divise secondo il tempo di deposizione. Queste si chiudono dopo circa 15 giorni e le formiche nutrici le nutrono con un latte speciale e le trasportano in vari posti più o meno caldi o secchi per farle crescere al meglio. Passato il tempo, le larve si imbozzolano e dentro a questi involucri si tramutano in pupe che presto diverranno insetti perfetti con un loro specifico compito , come se il comando del loro DNA le facesse nascere già istruite. Nel formicaio ci sono camerette in cui le operaie allevano gli afidi, quei pidocchi che succhiano la linfa dalle foglie , trasformandola in liquido zuccherino molto ricercato dalle formiche. A volte, osservando degli alberi da frutto, vediamo delle colonie di formiche salire e scendere lungo il tronco con pezzetti di foglie, e tornare al formicaio. Li triturano con le mandibole per farne una base di coltivazioni per funghi, che useranno durante l’inverno. In altre camerette ben aerate e asciutte, le formiche stivano chicchi di frumento, ma prima di portarveli staccano i germogli per non farli nascere. Durante l’ inverno tritureranno i semi per farne vere e proprie pagnottelle .A differenza di quella delle api , la vita delle formiche continua anche durante l’inverno quando non si vedono , anche se più rallentata. Ci sono certe formiche schiave che vengono trattate come veri e propri contenitori per il miele .Sono rimpinzate di miele al punto che la loro pancia diventa talmente gonfia da non permettere loro di camminare; restano così appese nella loro cameretta aspettando che le operaie vengono a richiedere prodotto per nutrire la regina e le larve o a portarne altro per farglielo ingurgitare .Ci sono le formiche combattenti , che in ogni tribù dei formicaio formano i plotoni di difesa delle regina e delle città; e queste hanno , quasi sempre , una grossa testa e robuste mandibole. Alcune di queste formiche hanno l’abitudine di rapire le larve di altri formicai per servirsene poi come schiave. Queste sono le formiche amazzoni che non lavorano, combattono solamente, e si fanno servire e nutrire. Tratto da http://www.teleparconord.it/lavoriscuole/insetticosta/disegno.htm Su questo link potrete acquisire ulteriori informazioni sulle formiche e non solo! Buona lettura!

Funzione Refenziale: I segnali d'allarme nei cercopitechi

I cercopitechi che vivono nell'Amboseli National Parck del Kenia, sono piccole scimmie con numerosi predatori naturali (il leopardo,l'aquila e il pitone,ecc.). Questi predatori adottano strategia d'assalto assai diverse. In questo contesto, fortemente selettivo,diventa subito chiara una delle funzioni essenziali - da un punto di vista biologico- di un linguaggio, quella di mezzo attraverso il quale i membri di una collettività si tengono reciprocamente informati su eventi e oggetti, inanimati -cibo - e animati, prede e predatori presenti nell'ambiente. Date le loro piccole dimensioni i cercopitechi non hanno molte possibilità di risposta a queste minacce, se non la fuga. Tuttavia non basta genericamente fuggire, per sfuggire ai specifici attacchi di ognuno di questi predatori. Per ogni pericolo hanno una strategia adeguata di risposta, però queste strategie da sole non sono sufficenti, perchè un animale che non si accorgesse del pericolo , non farebbe in tempo a scappare. Quindi una buona strategia di risposta sarebbe , non può essere solo individuale ma deve essere sociale: occorre che anche se un certo individuo è momentaneamente distratto c'è ne sia un'altro che lo possa avvertire del pericolo incombente. Alcune funzioni del linguaggio assolvono proprio a questi compiti: informare su quanto stà avvenendo nell'ambiente - funzione referenziale - e spingere a adottare certi comportamenti, funzione conativa. A questo scopo i cercopitechi possiedono un sistema di segnalazione con tre distinti segnali acustici ognuno relativo a una specifica classe di predatori, quelli terrestri, quelli aerei, e i serpenti. In effetti questi tre segnali non sono riferiti ognuno a ogni singolo animale: quello per il leopardo, ad esempio, è usato anche per la jena e lo sciacallo. Questo significa che questi segnali hanno due importanti caratteristiche semiotiche: la convenzionalità e l'arbitrarietà. CONVENZIONALITA' significa che non c'è somiglianza fisica fra le caratteristiche sonore del segnale d'allarme e il suo referente: per esempio , il segnale per l'aquila non ne imita il verso. ARBITRARIETA', significa che il significato associato a quel segnale è il risultato di un'operazione di classificazione : in quel significato rientrano una serie di animali pericolosi che hanno in comune -dal punto di vista del cercopiteco - la caratteristica di muoversi sul terreno con delle zampe. Questa classe non corrisponde a una classe zoologica - il leopardo è un felino, lo sciacallo un canide - ma a una CLASSE FUNZIONALE. Una classe, cioè costituita secondo degli scopi non dettati direttamente dall'ambiente esterno, bensì dalle esigenze interne dell'animale che la costruisce.
Bibliografia : Cimatti F. (1998) Mente e Linguaggio negli animali -Carrocci

21 maggio 2009

Chiavi di lettura

DEDUZIONE: "che dipende dalla nostra abilità nell'analizzare il significato dei segni in cui o attraverso cui pensiamo"

  • Regola-Caso-Risultato

INDUZIONE:"che dipende dalla fiducia che noi abbiamo che il corso di un tipo di esperienza non verrà mutato e non cesserà senza un'indicazione precedente al suo cessare"

  • Caso-Risultato-Regola

ABDUZIONE:"che dipende dalla nostra speranza di indovinare, prima o poi, le condizioni sotto le quali un dato tipo fenomeno si presenterà"

  • Regola-Risultato-Caso

CHARLES SANDERS PEIRCE

20 maggio 2009

SCINPANZE' vs. UOMO similitudini e differenze

SIMILITUDINI CON L'UOMO
Lo scimpanzé differisce dall’ uomo solo per poco più dell’1% nella composizione del DNA e ci sono rilevanti somiglianze anche nella composizione del sangue e nelle risposte immunitarie. Infatti, dal punto di vista biologico, gli scimpanzé sono molto più simili agli uomini che ai gorilla. E’ stata avanzata la proposta di includere gli scimpanzé nello stesso genere degli uomini tenendo conto delle somiglianze, chiamandoli Homo Troglodytes. IntelligenzaL’anatomia del cervello e del sistema nervoso centrale degli scimpanzé è notevolmente simile al nostro. Di conseguenza, non dovrebbe sorprendere che gli scimpanzé (insieme ai gorilla e ai bonobo) siano capaci di attività intellettive che una volta venivano riferite solo agli uomini.In natura, essi devono sempre prendere delle decisioni, come la scelta di unirsi ad un gruppo piuttosto che ad un altro, di essere pacifici o aggressivi. Usano differenti attrezzi per altrettante diverse funzioni, come solo noi uomini facciamo. Mostrano anche un principio di comportamento per la “fabbricazione primitiva di utensili”. ComunicazioneAgli scimpanzé che vivono in cattività può essere insegnato il linguaggio americano dei segni, imparandone anche più di 300. Possono dimostrarsi abili anche nel calcolo, oltre ad aver mostrato capacità di ragionamento, astrazione, generalizzazione, rappresentazione simbolica, di provare emozioni ed aver consapevolezza di sé stessi. Nonostante sia difficile quantificare le emozioni, tutti coloro che hanno lavorato con gli scimpanzé, assicurano che essi siano in grado di provare ed esprimere sentimenti quali disperazione, gioia, dolore, paura e tristezza, oltre a conoscere il dolore mentale e fisico. Esistono poi forti somiglianze tra il linguaggio non verbale degli uomini e degli scimpanzé –baciare, abbracciare, toccare le mani, fare il solletico, tirare sassi, usare bastoni, darsi la mano. Negli uomini e negli scimpanzé questi gesti compaiono nello stesso contesto, e vogliono quindi comunicare lo stesso concetto. InfanziaGli scimpanzé, come gli uomini, hanno un lungo periodo di infanzia, che è di 5 anni, durante il quale dormono e prendono il latte nel grembo materno. Con la nascita di un nuovo piccolo, quello più adulto rimane emotivamente dipendente dalla madre e continua a spostarsi con lei per i successivi 3 o 4 anni. Tali legami tra la madre e i nuovi nati, così come tra i fratelli, possono protrarsi per tutta la vita. L’infanzia è un periodo importante sia per loro che per gli uomini. I piccoli di scimpanzé hanno molto da imparare. Grazie all’interesse con cui osservano i comportamenti degli altri, alla capacità di imitazione, e alla pratica delle azioni osservate, alcuni comportamenti si tramandano di generazione in generazione. Quando una madre muore, il piccolo è possibile che non riesca a sopravvivere. Comincia a mostrare segni di depressione e diminuiscono il comportamento di gioco e alimentare. I fratelli maggiori, anche i maschi, spesso adottano quelli minori rimasti orfani. Occasionalmente I piccoli vengono adottati da non parenti, mostrando così grande altruismo. Struttura biologicaGli scimpanzé sono così simili a noi da poter prendere o essere infettati da tutte le malattie infettive umane conosciute (escludendo forse il colera). Questo spiega perché vengano usati per la ricerca scientifica. Gradualmente, i ricercatori hanno cominciato ad ammettere che le somiglianze nel comportamento, nell’attività intellettiva e nelle emozioni sono ugualmente sorprendenti. Ciò sta portando ad un miglioramento delle condizioni di cattività in alcuni laboratori, anche se noi ci auguriamo che presto non possano più essere utilizzati. Differenze significativeIl nostro studio sugli scimpanzé mira anche ad individuare le differenze con l’uomo. La più importante tra queste, è la mancanza da parte loro di un linguaggio parlato. Gli uomini possono insegnare ai figli avvenimenti o cose non presenti, fare progetti per il futuro, discutere un’idea in modo che diventi il risultato della saggezza di un gruppo. Il fatto che gli scimpanzé possano imparare dagli uomini il linguaggio dei segni o il calcolo, non minimizza questa differenza. E’ stato il linguaggio a comportare che la nostra specie divenisse così dipendente dal comportamento trasmesso culturalmente. Il nostro intelletto sminuisce quello del più dotato scimpanzé. Ci sono naturalmente anche molte differenze fisiche. Una, come già menzionato, è nella struttura del tratto vocale. Gli scimpanzé non hanno sviluppato la postura eretta dell’uomo. La anatomia dei piedi e delle mani è molto diversa. Gli scimpanzé femmine e i bonobo (ma non le femmine di gorilla e orango), mostrano rigonfiamenti posteriori nel periodo di estro.
SIMILITUDINI CON L'UOMO Lo scimpanzé differisce dall’ uomo solo per poco più dell’1% nella composizione del DNA e ci sono rilevanti somiglianze anche nella composizione del sangue e nelle risposte immunitarie. Infatti, dal punto di vista biologico, gli scimpanzé sono molto più simili agli uomini che ai gorilla. E’ stata avanzata la proposta di includere gli scimpanzé nello stesso genere degli uomini tenendo conto delle somiglianze, chiamandoli Homo Troglodytes. IntelligenzaL’anatomia del cervello e del sistema nervoso centrale degli scimpanzé è notevolmente simile al nostro. Di conseguenza, non dovrebbe sorprendere che gli scimpanzé (insieme ai gorilla e ai bonobo) siano capaci di attività intellettive che una volta venivano riferite solo agli uomini.In natura, essi devono sempre prendere delle decisioni, come la scelta di unirsi ad un gruppo piuttosto che ad un altro, di essere pacifici o aggressivi. Usano differenti attrezzi per altrettante diverse funzioni, come solo noi uomini facciamo. Mostrano anche un principio di comportamento per la “fabbricazione primitiva di utensili”. ComunicazioneAgli scimpanzé che vivono in cattività può essere insegnato il linguaggio americano dei segni, imparandone anche più di 300. Possono dimostrarsi abili anche nel calcolo, oltre ad aver mostrato capacità di ragionamento, astrazione, generalizzazione, rappresentazione simbolica, di provare emozioni ed aver consapevolezza di sé stessi. Nonostante sia difficile quantificare le emozioni, tutti coloro che hanno lavorato con gli scimpanzé, assicurano che essi siano in grado di provare ed esprimere sentimenti quali disperazione, gioia, dolore, paura e tristezza, oltre a conoscere il dolore mentale e fisico. Esistono poi forti somiglianze tra il linguaggio non verbale degli uomini e degli scimpanzé –baciare, abbracciare, toccare le mani, fare il solletico, tirare sassi, usare bastoni, darsi la mano. Negli uomini e negli scimpanzé questi gesti compaiono nello stesso contesto, e vogliono quindi comunicare lo stesso concetto. InfanziaGli scimpanzé, come gli uomini, hanno un lungo periodo di infanzia, che è di 5 anni, durante il quale dormono e prendono il latte nel grembo materno. Con la nascita di un nuovo piccolo, quello più adulto rimane emotivamente dipendente dalla madre e continua a spostarsi con lei per i successivi 3 o 4 anni. Tali legami tra la madre e i nuovi nati, così come tra i fratelli, possono protrarsi per tutta la vita. L’infanzia è un periodo importante sia per loro che per gli uomini. I piccoli di scimpanzé hanno molto da imparare. Grazie all’interesse con cui osservano i comportamenti degli altri, alla capacità di imitazione, e alla pratica delle azioni osservate, alcuni comportamenti si tramandano di generazione in generazione. Quando una madre muore, il piccolo è possibile che non riesca a sopravvivere. Comincia a mostrare segni di depressione e diminuiscono il comportamento di gioco e alimentare. I fratelli maggiori, anche i maschi, spesso adottano quelli minori rimasti orfani. Occasionalmente I piccoli vengono adottati da non parenti, mostrando così grande altruismo. Struttura biologicaGli scimpanzé sono così simili a noi da poter prendere o essere infettati da tutte le malattie infettive umane conosciute (escludendo forse il colera). Questo spiega perché vengano usati per la ricerca scientifica. Gradualmente, i ricercatori hanno cominciato ad ammettere che le somiglianze nel comportamento, nell’attività intellettiva e nelle emozioni sono ugualmente sorprendenti. Ciò sta portando ad un miglioramento delle condizioni di cattività in alcuni laboratori, anche se noi ci auguriamo che presto non possano più essere utilizzati. Differenze significativeIl nostro studio sugli scimpanzé mira anche ad individuare le differenze con l’uomo. La più importante tra queste, è la mancanza da parte loro di un linguaggio parlato. Gli uomini possono insegnare ai figli avvenimenti o cose non presenti, fare progetti per il futuro, discutere un’idea in modo che diventi il risultato della saggezza di un gruppo. Il fatto che gli scimpanzé possano imparare dagli uomini il linguaggio dei segni o il calcolo, non minimizza questa differenza. E’ stato il linguaggio a comportare che la nostra specie divenisse così dipendente dal comportamento trasmesso culturalmente. Il nostro intelletto sminuisce quello del più dotato scimpanzé. Ci sono naturalmente anche molte differenze fisiche. Una, come già menzionato, è nella struttura del tratto vocale. Gli scimpanzé non hanno sviluppato la postura eretta dell’uomo. La anatomia dei piedi e delle mani è molto diversa. Gli scimpanzé femmine e i bonobo (ma non le femmine di gorilla e orango), mostrano rigonfiamenti posteriori nel periodo di estro.

19 maggio 2009

DEDUZIONE vs. ABDUZIONE: UOMO - ANIMALE

Dagli studi di zoosemiotica svolti sembra che l'uomo e l'animale condividano funzioni analoghe, ovvero contraddistinti innanzitutto da una mente più o meno sviluppata, si adattano con procedure simili all'ambiente esterno.
  • Secondo la mia riflessione penso che sia la natura ad iscrivere in maniera genetica e non le leggi di adattamento-sopravvivenza, che poi vengono tirate fuori attraverso dei tentativi di insight (puri e semplici processi abduttivi).
  1. DEDUZIONE(leggi iscritte nell'individuo)
  2. si passa a IPOTESI(singoli atti di adattamento)
  3. da IPOTESI
  4. si ritorna a DEDUZIONE(adattamento e sopravvivenza della specie)

18 maggio 2009

Ho messo un video sulle api molto interessante...guardate!

14 maggio 2009

IL PETTIROSSO MIGRA CON UN'OCCHIO SOLO...

L'occhio destro degli uccelli migratori vede il campo magnetico terrestre. Quando il pettirosso migra, si orienta con il campo magnetico terrestre. E lo "vede" con un solo occhio. Che gli uccelli si orientino con il campo magnetico terrestre è un dato certo. Ma non si sapeva che lo “vedessero” solo con un occhio. Esperimenti sui pettirossi (Erithacus rubecula) compiuti da ricercatori tedeschi hanno stabilito che questi piccoli uccelli, che effettuano migrazioni a corta distanza (tra la montagna e la pianura) sono in grado di orientarsi anche soltanto con un occhio, in particolare il destro. Gli esperimenti sono stati effettuati nel periodo migratorio del pettirosso, in una piccola gabbia con le pareti coperte di carta carbone, che “registrava” tutti i tentativi degli uccellini di alzarsi in volo.Una benda sull'occhio. All’inizio dell’esperimento, i pettirossi volano verso la direzione giusta se hanno entrambi gli occhi aperti. Se i ricercatori coprono loro l’occhio sinistro con una fascia, la direzione di volo è sempre corretta. Ma quando gli uccelli hanno l’occhio destro coperto, non si sanno più orientare e volano qua e là nella gabbia, senza una direzione precisa. Gli scienziati tedeschi pensano che tutte le informazioni sul campo magnetico della Terra siano “elaborate” da una zona particolare del cervello degli uccellini, in particolare nella parte sinistra, che è direttamente collegata all’occhio destro.

13 maggio 2009

COMINCERO' CON LE API...

I feromoni come "linguaggio tecnico" In tutti i settori dell'attività umana è sviluppato un " gergo " o linguaggio tecnico in cui ad una semplice parola corrisponde un concetto complesso. Le api e gli altri insetti sociali usano i feromoni come "linguaggio tecnico". I feromoni e il loro studio stanno divenendo un essenza fondamentale nella comprensione della biologia dell'alveare e del suo funzionamento. La comunicazione delle api è l'aspetto fondamentale della comprensione del funzionamento dell'alveare e ha parecchi aspetti ancora poco noti. Sono ben note le " danze " e i loro aspetti funzionali, si sa che il ronzio dell'alveare può variare in intensità e frequenza e si sa che questo ha uno scopo di comunicazione .E' stata individuata una frequenza tipica in ogni situazione dell'alveare, compresa la sciamatura e sciami in partenza hanno interrotto la sciamatura ritornando nell'alveare quando è stata loro proposta una particolare frequenza. Di altri aspetti funzionali si è ignorato fino a poco tempo fa praticamente tutto . Come fanno ad esempio le larve a " dire " alle nutrici di che cosa hanno bisogno e viceversa , come fanno queste a capire le differenze di età della stessa o quale tipo di cibo deve essere loro di conseguenza somministrato o quando la cella deve essere opercolata . La scoperta di sostanze odorose che funzionano da mediatori di informazioni ha contribuito notevolmente a spiegare la complessità dei fenomeni dell'alveare e del perché avvengono proprio in quel modo . Queste sostanze odorose sono state definite feromoni .Un feromone è dunque una sostanza odorosa che se prodotta da un soggetto , produce una reazione comportamentale in uno o più di uno dei suoi simili . Le api, essendo in pratica una entità sociale di molti elementi che svolgono svariate attività, hanno bisogno di un numero piuttosto alto di queste sostanze odorose per svolgere, coordinare e regolare nello spazio e nel tempo queste attività nel migliore dei modi , senza sprechi e senza confusioni Almeno 36, che nell'insieme costituiscono un linguaggio intricato. I feromoni della regina appartengono ad una classe definita " feromoni primari", che esercitano un più fondamentale livello di controllo delle attività della colonia. Possono essere stimolatori o inibitori a seconda della situazione. Anche i feromoni della covata sono feromoni primari. E' immediatamente evidente che la selezione naturale tende ad eliminare quei soggetti, siano api od altri tipi di animali ,in cui questi sistemi di comunicazione non funzionano a dovere ed è altrettanto evidente che l'efficienza di questi sistemi ha un peso enorme nelle performances delle famiglie.